L’ultimo Zar – Non è “The crown”

Quando vidi per la prima volta la notizia che Netflix aveva messo le mani su una delle famiglie più discusse della storia, devo essere sincera, non stavo più nella pelle. Fin da piccola infatti ero affascinata dalle loro sfortunate vicende, al mistero della principessa perduta Anastasia e di come un popolo avesse potuto sconfiggere il loro palazzo d’Inverno. I due viaggi in Russia poi non aiutarono a frenare le mie curiosità da ragazzina delle medie. Ricordo come fosse ieri il giorno in cui visitammo le loro tombe e la statua a loro dedicata, dai volti impauriti e persi.

Avendo visto e amato la serie Netflix dedicata a un altro grande reale, la regina Elisabetta II, “The crown”, le mie aspettative erano altissime. Con l’uscita del primo trailer vennero addirittura amplificate. Ancora una volta però non si è riusciti a dare giustizia ai Romanov.

Partiamo dal trailer. Questo ci presenta la serie come una normale sequenza di episodi narrativi. Ci sono soldati, balli, baci appassionati tra lo Zar e la Zarina, insomma tutto quello che può riguardare una serie tv su dei sovrani. Inizio il primo episodio e vado in brodo di giuggiole. Le premesse per raccontare la storia nascono infatti dall’ex tutore delle principesse Romanov che deve provare a capire se una povera ragazza delirante è o non è la scomparsa Anastasia. L’evento non solo è un bellissimo inizio ma è pure una storia vera. Stupendo insomma. Parte la sigla. Anche questa è davvero bella e non fa altro che gettare benzina sul fuoco della curiosità. È un collage di varie foto e dipinti della famiglia trattati, insanguinati, con il trono, il palazzo e chi più ne ha più ne metta. Tra l’altro, piccola parentesi, secondo me l’autore della sigla è lo stesso che ha curato quella della serie tv Amazon “The Terror”. Inizia il primo episodio con il funerale del padre di Nicola II, l’ultimo Zar per l’appunto. Subito si dispiegano le prime congiure di palazzo e lì accade il disastro: parte una voce fuori campo.

La voce fuori campo diventa poi un fastidioso storico che si è infiltrato nella narrazione come accade nei documentari. Non solo lo storico poi diventa più storici che in modo molto brusco intaccano a piccoli e ravvicinati intervalli il quadro narrativo. Allora, caro Netflix, io non ho nulla contro i documentari ma non voglio essere presa in giro. Lo voglio saper fin da subito se dovrò sorbirmi questi interventi ogni tre per due. A peggiorare la situazione sono le riprese dei luoghi in cui si svolge l’azione. In generale infatti, bisogna riconoscerlo, vi sono delle inquadrature con i personaggi davvero molto belle, quadri ad olio quasi, che vengono però rovinate dalle riprese esterne che persino io saprei far meglio: piatte, con i colori omogenei e tagli da macchinista alle prime armi. Ma torniamo alle voci fuori campo. Dopo un po’ uno accetta la cosa e si fa anche prendere ma arriva un altro problema. La grande N rossa sa bene che una serie tv per essere accattivante oltre ad un argomento interessante e alla tragedia deve ricorrere ad un uno degli stratagemmi più bassi: il sesso. Ecco allora tette e momenti hot a caso buttati lì in mezzo tra uno storico e l’altro. Non solo sono momenti anche lunghi e alcuni dettagliati che durano svariati minuti e tutti rigorosamente lineari, senza storico che interrompa. Sul serio? Hai rovinato tutto, tutto. Non parliamo poi di quando entra nella storia Rasputin lì è tutto un allusione sessuale continua.

Se gli sceneggiatori si fossero risparmiati quest’ultima cosa di sicuro la serie sarebbe stata molto più bella. Non che non mi sia piaciuta ma poteva davvero essere qualcosa di bello, ai livelli di “The crown”. La storia infatti è già tragica ed interessante di suo, facile da empatizzare per il pubblico e piena di mistero. Già così ti lascia con un buco allo stomaco, uno strano fastidio e paura. Perché le cose successe a quella povera famiglia che alla fine non voleva altro che starsene in pace mettono in luce come a volte l’istinto animalesco e irrazionale dell’uomo abbia il sopravvento.

Se vi piacciono i documentari storici questo non potete perderlo. Certo chiudete un occhio su alcune cose ma per il resto non ve ne pentirete.

Ps l’app che uso per le serie tv mi dice che avrà un seguito… Come può avere un seguito?

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